23.11.04

Pietre per magia, per ricordare e per raccontare. Pietre preziose.

E' stata la Ka a scegliere il tema: la penultima volta che ci siam viste avevo sollecitato il Gruppo in questo senso, dato che sentivo di correre il rischio dell'autoreferenzialità scegliendo sempre io l'argomento ed i relativi libri; in questa maniera si finisce col seguire soltanto i propri gusti personali. Così erano saltate fuori le Pietre: la Ka, indicando il manifesto di una mostra archeologica appeso sulla parete di fronte, ha detto "Perchè non le Pietre?"

Detto e fatto. (lo so, il tacchino non c'entra niente, ma mi piace tanto questo animalotto cicciottello che svolazza e fa "Gobble-gobble"). Ho iniziato con la solita procedura: apro l'OPAc di polo, entro nella maschera di ricerca, mi posiziono sulla casella di testo "titolo" e scrivo pietr* per trovare parole tanto singolari (pietrA) quanto plurali (pietrE), oppure parole simili (pietrificato, pietrisco, pietraia). L'asterisco sostituisce un numero indefinito di caratteri, il punto interrogativo ne sostituisce uno solo, quindi nella rete resta un maggior numero di parole del titolo se si usa l'asterisco. Ho incominciato una prima scrematura dei testi che avevo trovato facendo questa ricerca preliminare; poi sono andata a scaffale aperto per rovistare e sfogliare un pò qua e là, fare sostituzioni nella prima lista, togliere, aggiungere.

Tanto per fare un esempio concreto, dell'elenco iniziale facevano parte anche:
- Le pietre di Venezia di John Ruskin (Rizzoli 1997), Collocazione DEWEY 828.8 RUS;
- Stonehenge: un paesaggio di pietre e di misteri di David Souden (Corbaccio 1998), Collocazione DEWEY 936 SOU;
- La pietra dell'Orsa Maggiore di Ann Walker (Sperling & Kupfer 1998), Collocazione NA WAL ANN;
- La pietra di paragone di Edith Wharton (La Tartaruga 1995), Collocazione NA WHA EDI;
- Smeraldo di Kuprin (Passigli 1991 Collocazione ND KUP ALE;
- 2001 odissea nello spazio di Arthur C. Clarke, Stanley Kubrick (Tea 1998) per il monolite, Collocazione NI CLA ART
- Storia dei gioielli di Anderson Black (Istituto geografico De Agostini 1973), Collocazione MAGAZZ. 16C.01.27.
Per me la parola Pietre evoca soprattutto quelle preziose, in primo luogo; poi ci sono pietre che costruiscono palazzi (Ruskin) e pietre sepolcrali, pietre focaie (Andersen) ed aliene (Odissea nello spazio ma anche Stonehenge); e metaforicamente parlando esistono le pietre di paragone, per l'appunto (Edith Wharton).
Ma naturalmente uno dei miei posti bibligorafici preferiti è la 398.2, il foklore: questo è il nido delle fiabe, e le fiabe non si trovano con la maschera di ricerca sull'OPAC, bisogna prendere in mano il libro e sfogliarselo facendo molta attenzione perchè gli Oscar Mondadori si sfaldano rapidamente. Ed è così che mi sono imbattuta nelle Piccole storie di rocce, nelle Pietre danzanti, e nei Cavalieri che Bisbigliano: tutte fiabe e leggende della Cornovaglia mentre, restando nell'ambito "pietre preziose", ho trovato una Perla che splendeva di notte fra le Antiche leggende e fiabe cinesi.

Ecco dunque l'intera, pietrosa bibliografia:

Il tema: PIETRE per magia, per ricordare e per raccontare
- L'acciarino. In: Fiabe, di Hans Christian Andersen. Einaudi 1992. Collocazione ND AND HAN
- La mistica delle pietre preziose, di Paul Claudel. Sellerio 1991. Collocazione MAGAZZ.18U.09.15
-
Le pietre di Pantalica. In: Le pietre di Pantalica, di Vincenzo Consolo. A.Mondadori 1995. Collocazione NARR CON VIN
- La tomba. In: tutti i racconti 1897-1922, di H.P.Lovecraft. Mondadori 1989. Collocazione NA LOV HOW
- Il libro delle pietre preziose, di Ahmad al-Tifasi. Marsilio 1999. Collocazione: MAGAZZ:17P.06.73
- Un sasso cattivo. In: Nel legno e nella pietra, di Mauro Colonna. Mondadori 2003. Collocazione NARR COR MAU
- La perla che splendeva di notte. In: Antiche fiabe cinesi. Oscar Narrativa 1993. Collocazione 398.2 CIN
- I Cavalieri che Bisbigliano; Le Pietre Danzanti; Piccole storie di rocce. In: Racconti e leggende dell'antica terra di Cornovaglia - vol.1. Oscar Mondadori 1995. Collocazione 398.2 COR 1

La prossima volta che ci vedremo anticipiamo di mezz'ora per consentire alla BiBe di prendere la corriera in tempo, perciò ci ritroviamo lunedì 6 dicembre in Aula alle 14.00'.




22.11.04

A proposito di cose Blu da leggere, di giornali studenteschi e di feste di Natale


Scrive Maria Elena (che d'ora in poi si chiamerà ElMar: nuovo nick!)

Oggi ci siamo trovate come al solito alle duemmezza; sul tavolo, le fotocopie della bibliografia Blu; sul tavolo all'ingresso, le fotocopie della nuova bibliografia pietrosa. (vedi Post successivo). Delle sette cose Blu 1 era una poesia (Le vocali di Rimbaud), 2 sono racconti (Barbablù e L'uomo che amava le Nereidi, che è un errore, come avevo detto) e ben 4 i romanzi.
La Gi ha fatto notare che nelle proposte di lettura preferisce trovare racconti, che sono completi e dei quali si può andare subito a leggere il finale (pizzicata!), piuttosto che romanzi, che lasciano in sospeso chi legge. Ho risposto che lo scopo delle fotocopie da romanzi è anche quello di far venire la curiosità di conoscere "come va a finire" attraverso la consueta domanda "E allora?". La predilezione della Gi per i racconti da trovare quando si viene al Gruppo, in biblioteca, mi sembra peraltro largamente condivisa, e dunque sarà quella la direzione che seguiremo per il futuro.
Ho quindi proposto al Gruppo di diffondere, nelle rispettive scuole ed anche al Liceo tecnologico ed a Scienze Sociali, un volantino informativo su ciò che è e fa il Gruppo, da pubblicare sui giornali d'istituto, e sono saltati subito fuori i nomi di alcune amiche/amici da contattare, oltre all'ottima idea avanzata da LaTo sull'affiggere il medesimo volantino nella bacheca degli avvisi.
Gli argomenti di cui parleremo nei due incontri di dicembre sono già saltati fuori: uno sarà "I viaggi" (6 dicembre) e l'altro "Regali" il 22 dicembre: in questa data faremo anche una festa natalizia con pasticcini e libri "dolci da leggere".

17.11.04

Dettagli, spiegazioni aggiuntive ed errate corrige

Scrive Mar.El.:

Dunque, innanzi tutto:
E poi alcune cose: mi sono buttata subito sulla frase incautamente scritta da Bi-Be, che ha domandato in un commento precedente i motivi delle scelte bibliografiche BLU. Senza alcun aggancio con l'omonima boyband, in primo luogo. Adesso le spiego one-by-one:
- Le vocali di Rimbaud sono una poesia meravigliosa, tutt'intera; e qua di blu c'è la O. Però non so se avete notato che in seguito, descrivendola, non cita una qualità "blu", perchè dice, testuale: "O, Tromba suprema piena d'arcani stridori, / Silenzi attraversati dagli Angeli e dai Mondi: / - Oh l'Omega, di quei Suoi Occhi il raggio viola!" Dove qua il colore nominato è il viola. E quindi, prima perplessità, mia personale naturalmente. Del resto Rimbaud era uno che metteva insieme idee e sensazioni sfolgoranti e sibilline, mai comunque come il Burchiello, questo poco conosciuto barbiere fiorentino nato nel 1404 e morto a 44 anni, nel 1448, che scriveva cose come questa, che c'entra con l'azzurro:

Sospiri azzurri di speranze bianche
mi vengono nella mente e tornan fuori;
seggonsi a piè dell'uscio con dolori,

perchè dentro non son deschetti o panche.

Mica male, mh? Se qualcuno me lo chiede lunedì leggo l'intera composizione, che appartiene ad un genere del tutto particolare definito dagli esperti "Accozzamenti bizzarri"; comunque scrivo qua la sola terzina conclusiva, che mi fà ribaltare dalle risate:
Dice Cato, e non erra:
se la mosca cacasse quanto il bue,

le rotelle varrebbon molto piùe.

Io le chiamerei, queste strofe, "limericks rinascimentali", perchè non hanno e non vogliono avere nessun significato.

- Barbablù, da I racconti di Mamma Oca di Perrault: mi ricordavo il titolo, ed ho una vaga riminescenza di una resa televisiva della fiaba che ci avevano fatto vedere alle elementari, e mi aveva terrorizzata. Sicchè ho deciso che valeva la pena di provare a leggere il testo originale (spesso i libri per ragazzi sono edizioni ridotte); mi sembra che qui la caratteristica fisica "diversa" data dal colore della barba consegni al personaggio (di cui non sappiamo il vero nome, proprio come il Pel di Carota di Jules Renard) un destino di "cattivo". I capelli rossi di Pel di Carota, e quelli di Rosso Malpelo, tracciano comunque una via esistenziale che, se non di cattiveria, è in ogni caso contraddistinta da una devianza che è anche marginalità, frustrazione, mortificazione, disamore.
- L'uomo che amava le Nereidi, di Marguerite Yourcenar, è un erroe: sì perchè le Nereidi NON SONO Sirene, non vivono nell'acqua (cioè nel blu) ma bensì nei boschi: sono cioè l'equivalente dei fauni. Ma, trattandosi di un racconto ambientato in Grecia e dove il mare, anche se di scorcio, compare, ho pensato bene di inserirlo in bibliografia. Dite che mi sto arrampicando sui vetri? No, piuttosto mi sto arrampicando su di un albero per sfuggire la maligna fatuità delle Nereidi.
- Danubio blu, di Ferenc Molnàr: qui siamo proprio nell'acqua, su di un fiume per la precisione, il Danubio. Quello che mi ha attirata in questo caso è stato l'autore, che io conoscevo solo per quel pizzosissimo Ragazzi della Via Pàl, romanzo rigorosamente al maschile e solo per maschietti, anche più di Tom Sawyer ed Hukcleberry Finn di Mark Twain: invece qua le protagoniste sono due ragazze.

- La montagna blu, di Meir Shalev: è un romanzo che parla della storia d'Israele, ed il blu è l'aggettivo che designa la montagna, confine simbolico e segnale immutabile nel tempo. E' un romanzo però, non un racconto: per farsi un'idea occorre leggerlo tutto, secondo me. La lettura dei racconti fin'ora ha prevalso, nel gruppo, proprio per questo motivo, ma qui si aprono molte porte ed altrettante possibilità ed in parte ne ho già parlato, qualcuno è d'accordo con me, qualcuno no. E' il bello della diretta.
- Memorie dalla Torre Blu, di Leonora Christina Ulfeldt, è un libro di memorie reali: cioè questa donna è stata rinchiusa per decenni nella Torre Blu, aggettivo che anche qua rappresenta un confine: però, a differenza della Montagna Blu di Shalev, si tratta di un limite invalicabile che segna il ristretto ambito del carcere.
- e, last but not least, Profondo Blu, di Jeffrey Deaver. Il titolo è una metafora dello spazio virtuale, cioè di Internet: e ho pensato che ci stesse bene un tuffo nel blu del presente, quello che sto usando anch'io in questo preciso momento. Quello che ci cattura per ore davanti alla tastiera. Ah, se non ci fosse Internet!
A lunedì prossimo, il 22 di novembre!

9.11.04

BLU da leggere e discussioni varie



Scrive Maria Elena:

Novità al Gruppo di ieri, ricchissimo di cose e impressioni di lettura, e anche di legami con il cinema: la Fran infatti ha ricordato alcune immagini e trame (da "The village", fra gli altri) collegabili al tema del "Diverso-buono/Diverso-cattivo" nei romanzi e sullo schermo, il che ha fra l'altro dato lo spunto per proporre argomenti per future letture: e così Kerenòr, agganciandosi al suggerimento della Fran, ha parlato degli Opposti, mentre la Cam ha proposto le Pietre e gli animali mitologici/soprannaturali; la Gi ha lanciato l'argomento viaggi. Il tema delle Pietre mi ha fatto venire in mente, tramite l'associazione proprietà delle pietre preziose-legami con i segni zodiacali, una novella lunga di Rudyard Kipling intitolata "I Figli dello Zodiaco", che ha per protagonisti i segni zodiacali antropomorfizzati: e così i Gemelli sono due bambini, la Vergine una fanciulla, il toro è realmente un toro. Non ricordo che aspetto avessero assunto segni meno semplici da rendere come l'Acquario e la Bilancia, qualcuno mi suggerisce?
Naturalmente non si poteva almeno citare "Io, robot" con Will Smith, che utilizza, ci ha detto sempre la Fran, più di un racconto di Asimov, compreso quello che dà il titolo al film, e traduce il tutto in un film d'azione che peraltro negli USA, dove la lettura di Asimov è molto diffusa e per l'autore di SF si ha una vera e propria venerazione, è stato stroncato dalla critica. .

La discussione sulla bibliografia della volta scorsa, quella sull'apparenza e la moda, è stata animata in particolare da Kerenòr, la Gi e me, e centrata soprattutto sulla novella "L'Ignota della Senna" di Jules Supervielle. A me è piaciuta molto, a Kerenòr ed alla Gi per niente; io ho apprezzato in particolare l'idea di base, quella della narrazione in prima persona di una suicida diciannovenne che s'è gettata nella Senna, dove incontra una razza di annegati, i Grondanti, guidati dal Grande Inabissato che la àncora al fondale agganciandole un peso alla caviglia. La ragazza, a differenza di tutti gli altri Grondanti, vuole conservare il suo vestito: per questo motivo viene considerata una diversa e come tale isolata dal resto della comunità, sinchè decide che vuole andarsene da lì e perciò si libera dall'àncora, lasciandosi fluttuare verso la superficie dell'acqua, verso il mare, per morire ancora, e questa volta definitivamente. Insomma, si suicida due volte.
L'Omino verde e L'Onestà delle fate hanno permesso di parlare delle fate e degli gnomi delle fiabe, dispettosi e non di rado cattivi, mai buoni; inevitabile il richiamo a Tolkien, naturalmente. La Fran ha messo in luce il fatto che con il Piccolo Popolo gli umani possano avere rapporti d'affari ma non legami affettivi, mentre la Gi ha deplorato il comportamento dell'Omino che chiedeva il brodo; io ho espresso invece la mia compassione verso quel poveretto che in fondo ci rimette del suo, perchè alla fine in cambio di un mestolo di brodo dà via il suo ricco tesoro a Hugh, il più giovane dei tre fratelli cacciatori. A questo punto Kerenòr ha notato come nelle fiabe siano sempre gli ultimi nati, femmine o maschi, ad essere descritti come "i più belli, i più buoni, i più intelligenti, i più furbi", quelli "più-di-tutti" insomma. Sono loro i protagonisti mentre i/le fratelli/sorelle maggiori sono nella migliore delle ipotesi brutti, stupidi ed incapaci, nella peggiore perfidi/e ed insensibili (le sorellastre di Cenerentola). La Mi ci ha parlato degli aspetti riguardanti la donna che stanno venendo alla luce nella sua lettura de "I fondamenti del buddhismo" ed El ha raccontato la trama de "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Kundera, e di "Saltatempo" (mi sfugge l'autore) per i quali ha fatto una recensione sul giornale d'Istituto.

Ed ora la bibliografia del prossimo incontro, che sarà lunedì 22 novembre in biblioteca, Aula Didattica, alle 14.30'.

Il tema: BLU da leggere
- Le vocali.
In: Opere; di Arthur Rimbaud.
Mondadori 1994
-
Barbablù. In: I racconti di mamma Oca; di Charles Perrault. Einaudi 1957 e rist.successive
- L'uomo che amava le N
ereidi. In: Novelle orientali; di Marguerite Yourcenar. Rizzoli 1983
- Danubio blu, di Ferenc Molnàr. E/O 1998
- La montagna blu, di Meir Shalev. Frassinelli 2002
- Memorie dalla Torre Blu, di Leonora Christina Ulfeldt. Adelphi 1984
- Profondo blu, di Jeffrey Deaver. Sonzogno 2001


A lunedì 22 novembre alle 14.30'!