Un brivido di freddo
In dicembre è più che naturale direi, ed il Gruppo s'è adeguato: ci siamo dotate innanzi tutto di una buona scorta di cioccolatini (il cacao, com'è noto, riscalda) ed abbiamo iniziato per l'appunto gli esercizi di riscaldamento alla lettura partendo dai racconti che l'ormai consolidato Gruppo-delle-4 produce con vena feconda. Ho poi letto la mia riscrittura de L'uomo che comprava le bambole, che ha lasciato l'uditorio vagamente spiazzato: in effetti non di riscrittura si tratta ma di reinvenzione vera e propria, elaborata sulla base dello spunto iniziale fornito dal G-d-four, e cioè il signore maturo che colleziona bambole Barbie; un pò come lo Smithers della serie dei Simpson, avete presente? Il portaborse-lecchino segretamente innamorato di Monty Burns, capo e padrone assoluto della Centrale Nucleare dove lavora Homer. Bhe. Anche la volta scorsa un'idea presente in uno dei racconti m'ha fornito lo spunto per una reinvenzione, questa:
- Ahia! - Mi ritrovo lungo disteso ed indolenzito, e non so perchè; c'è buio, un buio spesso come lana, e io sono caduto. Non ero mai caduto prima. Cosa sta succedendo? Allungo le mani per ritrovare il virtuaLibro che stavo leggendo/fluttuando prima, ma quando esattamente? Minuti, ore? Giorni, forse? Con i piedi urto qualcosa. O qualcuno. Sento cigolare una porta, ed è strano: qua le porte non cigolano mai, non lo potrebbero fare. Perchè non esistono. Io lo so che esistevano, un tempo, l'ho trovato in un virtuaLibro proibito: ed ecco perchè conosco il significato del verbo "cigolare" riferito ad una porta.
Sono molto bravo a scuola. Ed anche a frugare nei virtuaLibri proibiti con le mie specialpassword che non rivelerò mai a nessuno.
Ma questo non mi serve, ora.
Ho paura.
Striscio su qualcosa di freddo e duro, dev'essere quello che gli scrittori romantici una volta chiamavano "pavimento"; noi, i Fluttuanti, i pavimenti li leggiamo solo nei virtuaLibri e li vediamo nei virtualFilm. Sento qualcosa sopra la testa, e deduco che mi trovo in uno spazio chiuso e molto limitato: ma dove, dove? DOVE sono? Ecco forse laggiù c'è una luce. Verde. "Fuori servizio per blackout".
No, non ci credo. Non è possibile. Ci hanno sempre insegnato che noi Fluttuanti siamo immuni dalle catastrofi come questa. Ma è accaduto. L'uscita è bloccata, le Fluttuazioni sono state tutte azzerate. Continuo caparbiamente ad arrancare, afferro con le unghie le sporgenze nel...come si chiama? Pavimento, ah, sì.
Sui virtuaLibri che leggevo da piccolo c'erano delle figurine da ritagliare, ed avevo domandato alla virtualMaestra il nome di quelle cose buffe che sporgevano da una di queste: "Gambe" - mi aveva risposto. E poi s'era oscurato lo schermo e avevo dovuto incominciare il programma di chimica organica, che non mi piaceva neanche, fra l'altro. Mi ricordo com'erano quelle ... come si chiamavano ... ah! Ecco, gambe, e dov'erano piazzate. So che potrei averle anch'io, lo avevo visto su un altro dei virtuaLibri proibiti, di quelli più difficili da aprire con le mie specialPW. Ma anche un hacker ha i suoi limiti. Allungo una mano, tremando. Sento qualcosa che si muove insieme a me mentre io continuo a trascinarmi sulle pietre di quel pavimento. Con uno sforzo mi concentro su queste due cose che non ho mai usato; si muovono perchè io mi sposto in avanti. Provo a muoverle pensandoci. Prima una poi l'altra. E intanto, ecco laggiù un'altra luce, questa volta non è verde: è una luce diversa, bianchissima, abbagliante.
E improvvisamente il buio s'interrompe, il pavimento non c'è più: e scopro che sto usando le mie due "gambe": le muovo in fretta, sempre più in fretta, so che quello che sto facendo ora si chiama "correre". E vedo un... come si chiama... albero? Sì, albero. Non sta fluttuando, è piantato in...come si chiama...terra. E ci sono delle cose tonde sopra, che somigliano molto ai virtualFrutti; mi alzo sulle punte dei miei ... come si chiamano ...ah, ecco: piedi. Allungo un braccio, afferro una di quelle cose rotonde, e tiro. So che devo farlo, anche se non capisco bene il perchè. Perdo l'equilibrio, la cosa rotonda piomba a terra.
La fisso.
E capisco: non sono più uno dei Fluttuanti. Sono passato dall'Altra Parte. Quella dove esiste la Forza di Gravità.
- La strega, di Anton Cechov; in: Racconti - vol.quarto (Einaudi 1974).Collocazione: ND CEC ANT
- Notte di Natale, di Guy de Maupassant; in: Racconti di vita parigina (Einaudi 1996).Collocazione: NF MAU GUY
- Gli Elfi, di Ludwig Tieck; in: Il biondo Eckbert ed altri racconti (Studio Tesi 1990).Collocazione: NT TIE LUD
- L'incantesimo della natura, di Dino Buzzati; in: Sessanta racconti (Mondadori 1995).Collocazione: N BUZ DIN
- Jemima, ragazza di montagna, di Francis Scott Fitzgerald; in: Racconti dell'età del jazz (Mondadori 1990). Collocazione: NA FIT FRA
a LUNEDI' 19 DICEMBRE