10.5.06

Se i libri entrano in biblioteca, può la biblioteca entrare nei libri? Il dibattito è aperto.

Scrive ElMar:

Il 27 aprile scorso veniva traslocata l'Aula Didattica, dove si riunisce il Gruppo di Lettura, si tengono attività didattiche con le classi di scuola superiore e si fanno le conferenze di ottobre-novembre e dicembre su temi come il rapporto fra Parola ed Immagine nell'Ebraismo e nell'Islam, i legami romanzo-film e la storia del Cinquecento, in un locale al pianterreno della Biblioteca Passerini Landi - via Carducci 14, a Piacenza, locale che:

1. non ha l'abitabilità

2. non ha ingresso autonomo

3. non ha collegamento ad Internet

4. non è predisposto per collegare lo schermo ai lettori VHS-DVD, con l'ovvia conseguenza che lo schermo al plasma appeso al muro, e costato migliaia di euro, è praticamente un guscio vuoto.

Ho spiegato la situazione al Gruppo che spontaneamente ha redatto una lettera da inviare al quotidiano locale, LIBERTA', con l'accompagnamento di numerose firme di studenti e docenti che in questi 8 anni hanno imparato ad apprezzare ciò che la Sezione Didattica fa; non bisogna farsi troppe illusioni: la situazione, generata da una serie quasi surreale di eventi legati all'annoso cantiere, non potrà cambiare repentinamente. Ma almeno faremo sentire la nostra voce.

In realtà ciò su cui secondo me occorre puntare l'attenzione è il fatto che la Sezione Didattica, da quando esiste, è sempre stata percepita come un corpo estraneo all'autentica vocazione di una biblioteca. Che è quella di scegliere libri, acquistarli, catalogarli ed organizzarli in un insieme coerente, favorire le ricerche ed il reperimento delle informazioni bibliografiche, dare in prestito: ma sempre senza entrare nel merito dei contenuti. I libri entrano in biblioteca, dove vengono manipolati, etichettati, messi a disposizione e prestati. Ma mai, forse, letti direttamente in sede dagli addetti ai lavori; o per lo meno questo non rientra nell'ossatura delle loro funzioni, è un di più, sul lavoro si legge quando si ha del tempo per farlo, prova ne sia che l'esperienza del Gruppo di Lettura è recentissima (solo due anni) in un biblioteca plurisecolare come la nostra. Ed ecco perchè in 8 anni di 4 direttori che si sono succeduti non ce n'è stato uno solo che non abbia chiesto: "Ma la Sezione Didattica, cosa fa?". Domanda che non è mai stata rivolta nè ai catalogatori nè al Conservatore del Fondo Antico, perchè queste parole, catalogazione, conservazione, trattamento dei dati, fanno parte del DNA della biblioteca, e non solo quella di Piacenza, ma della Biblioteca in generale, della Biblioteca con la "B" maiuscola.
Forse perchè, paradossalmetne, la biblioteca non si propone tanto di far leggere e di parlare di quello che i libri dicono, ma di renderli disponibili adoperandoli soprattutto come oggetti; aprirli, sfogliarli, attraversarne i contentui forse, dico forse, le è alieno, non rientra nella sua fisiologia.
Peccato, però.